Fumelli, Segretario “Non sono serviti scioperi e mobilitazioni varie per invertire un trend sconfortante”

ANCONA – Tra le 174 aziende italiane su 231 diffidate (75%) nel 2025, ‘colpevoli’ di non aver applicato il contratto di lavoro dei medici e dirigenti sanitari c’è anche la AOU Marche – Ospedali Riuniti Ancona. Le altre 6 aziende non sono state diffidate e in tutte è stata avviata una contrattazione integrativa aziendale conclusa solo nell’Ast Ancona. Le violazioni più frequenti riguardano il mancato rispetto dell’orario di lavoro, il superamento delle 10 pronte disponibilità mensili, guardie e reperibilità su sedi diverse da quella di assegnazione, fruizione ferie, ritardo nell’avvio della contrattazione decentrata, la mancata attribuzione degli incarichi e la difficile progressione delle carriere. L’attenzione anche alle misure per la salute e sicurezza sul lavoro nelle Aziende marchigiane non è del tutto adeguata.

Questi sono i dati presentati nel Libro Bianco presentato a Roma dai vertici nazionali di Anaao Assomed, principale sindacato della dirigenza medica e sanitaria. Per Anaao Assomed Marche hanno partecipato all’evento Fabiana Faiella, Membro dell’Esecutivo Nazionale e Stefano Lunetti, Responsabile Anaao Giovani Marche. Nelle Marche lo scorso 16 maggio è stata inviata la diffida all’AOU Marche – Ospedali Riuniti di Ancona in quanto costringe i medici a fare eccessivi turni di “pronta disponibilità”, superando i limiti imposti dal CCNL.

“La situazione di insostenibilità è sotto gli occhi di tutti ormai da tempo – dice Daniele Fumelli, Segretario di Anaao Assomed Marche – e questo strumento della diffida è stato attuato per palesare la propria insoddisfazione non solo ai vertici aziendali, non solo al decisore politico nazionale e regionale ma anche all’opinione pubblica che si lamenta dei disservizi, delle liste d’attesa, addirittura aggredisce medici e personale sanitario senza comprendere che sono proprio gli operatori sanitari le prime vittime di tale situazione di carenza di personale e di criticità organizzative che portano a condividere i punti della denuncia”. L’intervento non è un atto di accusa, ma un atto di responsabilità verso il Paese verso la sanità e i professionisti per chiedere il rispetto dei diritti più elementari e l’iniziativa è nata per accendere i riflettori su un fenomeno che appare ormai consolidato e abituale ovvero le inadempienze che in molte aziende ospedaliere italiane si perpetrano da anni rispetto all’applicazione di norme contrattuali che, ricordiamo, hanno funzione di legge. “Non sono serviti scioperi e mobilitazioni varie per invertire un trend sconfortante al punto che molti colleghi lasciano il SSN per andare a lavorare nel privato dove le condizioni professionali, organizzative ed economiche sono migliori e consentono una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” – conclude Fumelli. “Noi siamo strenui difensori di una sanità pubblica, per tutti, solidale ed accessibile – conclude – ma è chiaro che la diffida nella maggioranza delle aziende in tutta Italia dovrebbe far comprendere a chi finora non ha voluto ascoltarci che urge intervenire con misure serie di pronta efficacia”.